Mercoledì 24 maggio appuntamento nel Chiostro di San Benedetto per un’occasione di socialità con gli operatori e gli ospiti della struttura pistoiese

Una Festa di Primavera per riaffacciarsi alla vita di relazione, collante delle nostre comunità, e per avvicinare in un unico momento gli ospiti della Fondazione, le loro famiglie e gli operatori. La Fondazione Sant’Atto si apre alla città il prossimo 24 maggio, con una Festa di Primavera che si svolgerà – a partire dalle ore 10 – nel Chiostro della chiesa di San Benedetto (ingresso da via Enrico Bindi). Quella del prossimo mercoledì sarà l’occasione per presentare i servizi attivi negli ambiti sociosanitari, assistenziali, educativi e terapeutici con particolare riferimento alla disabilità, alla malattia e all’emarginazione nelle sue più ampie accezioni, seguendo i principi della dottrina sociale della Chiesa.

Michael Cantarella, direttore della Fondazione, è stato recentemente ospite alla trasmissione In Cammino andata in onda su Tv2000 lo scorso lunedì 15 maggio, dove ha raccontato le attività della Fondazione. Una realtà recente che unisce due realtà associative molto radicate nel panorama pistoiese, come la Casa dell’Anziano e il Ceis, il tutto sotto l’ombrello della comunità diocesana.

La dottoressa Benedetta Fittipaldi, coordinatrice sociosanitaria dei centri diurni della Fondazione, anche lei ospite in trasmissione, sottolinea l’importanza di mettere al centro non solo i malati  ma anche i loro cari.

Un’importanza relazionale che ha evidenziato anche la dottoressa Rosarina Ventura Costa, coordinatrice terapeutica della Fondazione Sant’Atto, raccontando in trasmissione la realtà della Casa del glicine e la complessità di dare un supporto professionale e integrato alle madri dipendenti da sostanze. Fondamentale è l’empatia che è necessario instaurare con le fragilità di queste donne, che spesso si portano dietro una storia fatta di dolore e, in certi casi, di violenza. Comprendere quei dolori alla radice e agire di conseguenza è l’unico modo per avviarsi sulla strada di un percorso di rinascita.

Allo stesso modo il Centro diurno Monteoliveto si prende cura dei malati di Alzheimer, con un’utenza giornaliera di 14 ospiti, con l’intento di rallentare il più possibile il decorso della malattia e conservare le capacità cognitive residue, in particolare le azioni quotidiane che possano aiutare a mantenere un certo grado di autosufficienza nei malati. Ma l’operato della fondazione non si ferma qui e, con il progetto Crisalide, cerca di dare sostegno alle donne vittima di maltrattamento e ai loro figli con un centro dove un team di psicologi specializzati in traumi infantili ricevono bambini vittima di abuso.

Alice Peloni