Siglato l’accordo con il consorzio “Fratello Sole” per la creazione delle comunità energetiche
Prendono quota anche in diocesi le comunità energetiche. Venerdì scorso è stato siglato l’accordo tra la diocesi e il consorzio Fratello Sole, impresa sociale che si occupa di sostenibilità per il Terzo Settore, che avvia la creazione delle prime comunità energetiche nel pistoiese. Nasceranno a partire dalle parrocchie ed altri edifici ecclesiastici e saranno aperte alla partecipazione ad associazioni attive sul territorio e di singoli cittadini interessati a partecipare.
Fratello Sole ha proposto alla diocesi il suo modello di Cers, vale a dire di Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale. Si tratta di modello in linea con le indicazioni dell’enciclica Laudato si’, che, a partire dal tema energetico, ha come ulteriori obiettivi lo sviluppo di attività e servizi comunitari e la presa in carico di emergenze sociali quali la povertà energetica, che attualmente in Italia affligge 2,2 milioni di famiglie.
Il progetto, coordinato dall’ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, è stato realizzato grazie alla consulenza operativa di Confcooperative Pistoia-Prato. «Scegliere di investire sulle comunità energetiche – ricorda il vescovo Tardelli – è un segno di conversione personale e sociale che Francesco ha proposto nell’Enciclica Laudato si’ nel 2015, quando ha tracciato una direzione per ridare senso e alternativa in un quadro di economia integrale a una idea di ambiente che poneva in conflitto sviluppo e sostenibilità, crisi ambientale e crisi sociale, globale e locale. La vera sfida sarà intrecciare questi obiettivi con le risorse che le nostre comunità hanno a disposizione cercando di cambiare la mentalità delle comunità. Mettere a disposizione le risorse strutturali e l’intelligenza sarà l’unico modo non solo per dare vita e sostegno a questo progetto, ma soprattutto per ricostruire il senso profondo dei legami e dei valori delle comunità».
«Siamo molto contenti di aver avviato questa collaborazione con la Diocesi di Pistoia per la realizzazione di comunità energetiche, che nasceranno con spirito di condivisione e fraternità – ha detto Fabio Gerosa di Fratello Sole – Infatti, oltre a consentire di aggregare la domanda energetica e ottenere risparmi sui costi, consentiranno di supportare le famiglie in difficoltà e di generare valore sociale».
«Non ci sono ricette magiche – annota infine Selma Ferrali, direttrice dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro – ma occorre camminare insieme con un esercizio di comunione ecclesiale e ricordando che la Chiesa ha già affrontato tante sfide: pensiamo alla fondazione delle cooperative “bianche” a fine Ottocento o del ruolo avuto nella ricostruzione del dopoguerra. Insieme vogliamo percorrere questo cammino come esempio di conversione missionaria partendo dal basso, dai nostri paesi».
Un aiuto tecnico per la fattibilità
L’accordo è già operativo. Fratello Sole insieme alla Diocesi sta analizzando il territorio e le sue 160 parrocchie. Ad oggi è stata individuata una prima Cers (Comunica energetica rinnovabile e solidale) a partire da sette edifici ecclesiastici nei comuni di Poggio a Caiano e Carmignano. A breve ne saranno individuate altre due. L’obiettivo è configurare 7-8 Cers, arrivando così a creare un distretto energetico comunitario territoriale. Al momento Fratello Sole sta raccogliendo i dati per definire i progetti esecutivi delle Cers, individuare i soggetti territoriali interessati a partecipare e avviare la ricerca di finanziamenti per supportare gli investimenti previsti per la realizzazione degli impianti fotovoltaici. Il consorzio è una organizzazione non profit che produce innovazione e inclusione sociale supportando attivamente gli Enti del Terzo Settore e gli enti religiosi ad un uso efficiente delle risorse utilizzate nelle loro attività, in primis l’energia.
Attraverso la sua azione aiuta tali Enti a partecipare attivamente alla Transizione Ecologica contenendo i costi e liberando così risorse da investire nelle attività sociali e assistenziali. «Questa attività non è solo uno strumento di creazione di reddito che può sostenere i fedeli – ha sottolineato don Cristiano d’Angelo, vicario generale e coordinatore di progetto – ma anche parrocchie, le case famiglia, comunità locali come hanno già dimostrato alcune buone pratiche realizzate o in via di realizzazione sui territori. Nello stesso tempo sono un’opportunità di rafforzamento dei legami comunitari che si cementano sempre condividendo scelte concrete per il bene comune».
Michael Cantarella