Si è concluso il progetto “Lavoro in prova” promosso dalla cooperativa “In Cammino” finanziato da Fondazione Caript, Caritas e “Un Raggio il laboratorio della Cooperativa di Luce”

Una proposta di lavoro per chi deve saldare il conto con la giustizia e riprendere in mano la propria vita. È l’obiettivo del progetto “Lavoro in prova”, promosso dalla Cooperativa In Cammino di Pistoia, realizzato nel corso dell’anno grazie al bando “Socialmente 2022”, al contributo di Caritas Pistoia e della fondazione “Un Raggio di Luce”.

«Con questo progetto – afferma un comunicato della Cooperativa In Cammino – è stato possibile attuare delle iniziative di promozione e inserimento lavorativo per detenuti in misura alternativa e per giovani in carico al tribunale dei Minorenni di Firenze. Per chi si trova in situazioni di “espiazione pena” è particolarmente difficile trovare degli sbocchi lavorativi, non solo per una diffidenza diffusa ma anche per la complessità degli aspetti burocratici e legislativi». «Il nostro approccio, perseguito attraverso il progetto, è stato quello di fornire una prima occasione per riprendere in mano le proprie prospettive a partire da un impegno lavorativo che rimetta in movimento aspirazioni, iniziative e relazioni necessarie appunto per rientrare nella vita sociale comune».

Uno degli intenti primari del progetto è «rimettersi alla prova con una possibilità di lavoro concreto nel quale misurare il proprio impegno, le proprie prospettive, la propria capacità di interagire con la varie articolazioni che la società presenta. Non è ancora un “lavoro vero e proprio” (così come il mercato chiede) ma una palestra dalla quale è possibile partire per passi ulteriori nella consapevolezza che anche per lavorare proficuamente è necessario imparare metodi, regole e diventare responsabili».

Il progetto è stato avviato nell’ottobre 2022 quando la cooperativa ha «affidato un orto completamente attrezzato (recinzione, impianto elettrico e idraulico, attrezzatura manuale e a scoppio ecc….) a 12 persone che lo hanno coltivato sotto la guida di un operaio agricolo (anche lui in regime di espiazione pena) assunto dalla cooperativa. Il prodotto della coltivazione è di pertinenza della persona inserita e solo una piccola parte in esubero viene commercializzata sul posto; ognuno ha regolare copertura Inail e Inps come tirocinanti e percepiscono un contributo di presenza erogato con regolare cedolino paga. La permanenza negli orti è legata alla condizione giudiziaria di ciascuno: come si trova una opportunità lavorativa più stabile o il “fine pena”, decade la validità di restare agli orti, o per meglio dire, gli orti hanno assolto la loro funzione di “traghettare” ogni persona inserita a un approdo lavorativo più stabili».

A conclusione del progetto i risultati sono incoraggianti: cinque utenti «hanno trovato un’occupazione con un’assunzione lavorativa; due continuano la restante espiazione pena con l’affidamento ai servizi sociali e un’attività di volontariato; una persona, finita la pena è andata fuori regione ricongiungendosi con i parenti; un’altra è in attesa del permesso di soggiorno; altre due continuano l’attività degli orti e uno purtroppo è rientrato in carcere».

Diverse le situazioni e le proposte per i minorenni in carico al Tribunale di Firenze. «L’attività del laboratorio – spiega la Cooperativa – è pensata per ragazzi giovani alle prime esperienze lavorative che vivono situazioni familiari e sociali complesse, il più delle volte all’insegna della marginalità». «Per utilizzare al meglio il periodo dei corsi sono stati inseriti 17 ragazzi con periodi di frequenza diversificati. Questi numeri ci rimandano a un problema ben più complesso che è appunto quello della “disaffezione” al lavoro e come, per certe fasce di giovani, l’interesse e la ricerca del lavoro (inteso come lavoro manuale artigianale, agricolo o in fabbrica) non faccia più parte delle aspettative di vita. L’altro aspetto, a nostro parere anche questo preoccupante, è l’alto livello di fragilità psicologica e comportamentale che induce a stancarsi presto di qualsiasi esperienza e cambiare spesso attività lavorative pensando di non incontrare difficoltà e fatica che invece sono parte integrante di qualsiasi lavoro».

Nonostante queste premesse la Cooperativa, con il progetto “Lavoro in Prova” «è entrata in contatto con 40 persone e con 29 di esse ha sviluppato attività formazione lavoro (nell’agricoltura o nella carpenteria in ferro); 8 di loro hanno trovato un’occupazione stabile».

(Tratto da La Vita-Pistoia Sette, dorso diocesano di Avvenire)