Andrea Torrigiani sarà ordinato sacerdote in Cattedrale il prossimo 5 gennaio. La prima Messa il giorno successivo nella parrocchia di San Donato a Momigno

Sabato 5 gennaio la chiesa di Pistoia accoglierà un nuovo presbitero. Andrea Torrigiani (32 anni) sarà infatti ordinato sacerdote nella vigilia della solennità dell’Epifania dal vescovo Tardelli alle 18 in Cattedrale. Un momento di gioia e di grazia per tutta la diocesi che chiude un lungo tempo di formazione e crescita umana e spirituale.

Andrea, giunto al termine della tua esperienza in Seminario, come hai vissuto questi anni di cammino di preparazione verso il sacerdozio?

Sicuramente potrebbe essere pensata come una frase di circostanza quello che sto per dire, ma gli anni di Seminario sono stati i più belli che abbia mai trascorso. Non nascondo che ci siano stati momenti a volte difficili ma li ho sempre superati grazie alla preghiera e al sostegno di coloro che hanno condiviso con me questi anni di cammino, gli altri seminaristi. In questi anni ho avuto modo di approfondire maggiormente la mia fede e il mio rapporto con il Signore, grazie anche a momenti formativi che sono stati proposti durante gli anni dai formatori del Seminario. Non è stata solo una preparazione spirituale, ma anche intellettuale, frequentando dapprima il quinquennio teologico e poi la licenza in teologia biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, nonchè, oserei dire, anche umana che mi ha permesso di conoscere realtà che prima non conoscevo e di capire l’importanza della dimensione umana del servizio a chi ha più bisogno.

Quali sono, a tuo avviso, le “attese di Vangelo” più urgenti che hai messo a fuoco in questi anni?

Il 5 gennaio si avvicina e sto cercando di ritagliarmi momenti nella mia giornata da dedicare alla preghiera e alla meditazione per cercare di prepararmi al meglio all’ordinazione; in questi giorni la mia meditazione, come mi ha consigliato padre Bernardo dei monaci di San Miniato al Monte di Firenze che mi ha predicato gli esercizi spirituali, indugia molto sulle domande che mi verranno poste durante il rito di ordinazione. Non è comunque facile ritagliarmi questi momenti preso dalla frenesia di questi giorni, dagli impegni della parrocchia ma anche dagli studi in facoltà; eppure anche quei piccoli momenti che riesco a ritagliarmi per meditare e pregare sono per me fondamentali. Personalmente credo che sia fondamentale tornare ad ascoltare le persone, a stare insieme a loro, a non scappare subito dalle nostre sacrestie per rifugiarci nel caldo delle nostre case; ho percepito dai fedeli che frequentano le nostre parrocchie la necessità di essere trasparenti e quella di essere per loro davvero pastori e padri presenti che facciano riscoprire la bellezza e la gioia della fede in un cammino serio di vita spirituale umana e personale.

La tua testimonianza è importante anche per tanti giovani che vedono la bellezza di donare la vita al Signore. Cosa consiglieresti a chi sta cercando di comprendere la sua vocazione?

Ripensando alla mia storia vocazionale al mio percorso di fede credo che una delle cose che mi viene da dire è di non aver paura di parlare di ciò che ognuno di noi può sentire nel proprio intimo quando ci troviamo di fronte ad una scelta del genere. Credo sia importante far capire e trasmettere ai giovani anche la gioia della vocazione, che prima di qualsiasi altra cosa è un dire “sì” alla vita, è vivere pienamente ogni attimo nella consapevolezza che tutto quello che facciamo non è un qualcosa di vuoto o fine a se stesso, ma è frutto di un progetto più grande. Credo, soprattutto in questo momento storico, che sia di fondamentale importanza riscoprire l’ascolto reciproco e la bellezza di vivere la fede insieme, testimoniare che l’amore di Dio è più forte di qualsiasi altra cosa e trasmettere tutto questo in maniera sincera, seria e trasparente.

Vorrei ricordare le parole che papa Giovanni Paolo II, che ha sempre messo al centro di tutto il suo pontificato i giovani, rivolse proprio a loro alla fine del suo primo Angelus da Pontefice: «Voi siete l’avvenire del mondo, voi siete la speranza della Chiesa, voi siete la mia speranza». Ecco credo che più di tanti discorsi probabilmente queste parole possono fare eco nei nostri cuori e ricordarcene, sempre citando Giovanni Paolo II, anche altre: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo».

Al momento in quale parrocchia svolgi il tuo servizio in diocesi? Sai già dirci dove celebrerai da presbitero?

Fin dall’inizio del mio anno pastorale, cominciato dopo la fine del quinquennio di studi teologici, sto svolgendo il mio servizio pastorale presso la parrocchia di San Biagio in Cascheri affiancando il parroco, don Patrizio Fabbri, nelle varie attività parrocchiali. Il giorno dell’Epifania celebrerò la mia prima Messa presso la parrocchia di San Donato a Momigno, luogo in cui sono cresciuto e con il quale ho uno stretto legame, alle 11.15; mentre sempre il 6 gennaio alle 17.30 celebrerò la Messa a San Biagio al termine della festa dei Magi, un momento per condividere con la parrocchia che mi ha accolto e anche con i bambini del catechismo un momento così bello ed importante come l’ordinazione sacerdotale. Il 7 gennaio alle 11 celebrerò la Messa presso la cappella della fondazione Maic, con la quale ormai da molti anni ho un legame speciale.

A questo punto faccio un invito a tutti coloro che vogliono condividere con me questa gioia: vi aspetto il 5 gennaio in Cattedrale a Pistoia alle 18, invito esteso anche alle prime Messe. Grazie a tutti e vi chiedo di pregare per me, per tutti coloro che dedicano la vita al Signore, e per tutti i seminaristi, in particolare quelli della nostra diocesi, che sono in cammino verso il sacerdozio.

Daniela Raspollini