Venerdì 24 maggio l’Assemblea generale ha avviato il voto dello strumento di lavoro e delle proposte di modifica

È arrivato il momento delle votazioni anche per la seconda sessione del Sinodo. Venerdì 24 maggio, l’assemblea sinodale si è riunita nell’aula liturgica di Valdibrana per votare i singoli capitoli dello Strumento di lavoro e approvare o meno le proposte di modifica o integrazione (i cosiddetti “modi”) pervenuti, con il sostegno di 20 firmatari, alla segreteria del Sinodo. Tra l’assemblea era presente anche una piccola delegazione della diocesi di Pescia, invitata in spirito di fraternità ecclesiale, ma anche per capire e conoscere, dopo che il vescovo ha avviato nelle settimane scorse un cammino sinodale, l’esperienza della Chiesa “sorella” di Pistoia.

L’inizio dei lavori è stato accompagnato dalla preghiera e dalla lettura del brano evangelico dei discepoli di Emmaus. «Un brano, quello di Emmaus, che rimanda al Cammino sinodale della Chiesa in Italia e anche all’incontro con il Risorto che abbiamo sperimentato – ha ricordato il Vescovo Tardelli – in questi due anni di Sinodo. Il nostro cuore si è riscaldato, ora il cammino che abbiamo compiuto ci spinge a tornare a portare la gioia del Vangelo ». «Arrivo dall’assemblea ordinaria della Conferenza episcopale italiana – ha commentato il Vescovo – dove abbiamo discusso del Cammino sinodale della Chiesa in Italia » e da dove Monsignor Tardelli ha riportato due considerazioni: «una dal Papa e una dai vescovi. La prima: un vescovo ha domandato al Papa cosa si aspettasse dal Sinodo. Aldilà dei temi, degli argomenti, delle questioni, quello che mi aspetto – rispondeva il Papa – è che la Chiesa acquisisca uno stile sinodale, fatto di confronto fraterno, in cui imparare a essere insieme in ascolto del Signore e insieme rispondere alle esigenze che lo Spirito sinodale ci presenta. Uno stile che a Pistoia non può cessare con la fine del Sinodo e che, come ha detto il Papa, va proposto in ogni parrocchia. L’importante è acquisire questo stile, è lo stile che il Signore ha chiesto alla sua Chiesa». La seconda considerazione, suggerita dai vescovi italiani, proseguiva Tardelli, «è che lo stile sinodale è in vista della missione, quella che il Signore ci ha affidato, per essere presenti nella realtà, nel mondo, per portare la speranza del Cristo salvatore. Sinodalità e missionarietà si legano strettamente».

Dopo le parole del Vescovo il vicario don Cristiano D’Angelo ha quindi chiarito le modalità di voto. La votazione, come lo scorso anno, prevede tre opzioni: Placet (per accettare un paragrafo così com’è presentato nello strumento di lavoro), Placet iuxta modum (per accogliere il paragrafo con la modifica proposta), Non placet, per rifiutare e abrogare l’intera proposizione.

Alle 20.30 dopo la pausa per la cena, l’assemblea ha quindi avviato le votazioni. I lavori hanno preso in considerazione i primi 4 punti dello strumento di lavoro (L’attesa di Vangelo e di nuovi cammini educativi; Il tempo che stiamo vivendo, L’attesa di relazioni umane significative; Le attese della famiglia) accogliendo, in gran parte, le proposte presentate.

Complessivamente sono state presentate 23 proposte di modifica; 13 sono state discusse venerdì. I promotori, in parte responsabili di più proposte, sono stati chiamati prima della votazione a illustrarne il contenuto. Al momento i proponenti risultano un gruppo di sinodali Scout Agesci, la comunità di Santomato, Mariangela Maraviglia, Elisabetta Michelozzi del Mpv di Quarrata, il Seminario diocesano, Marco Petri, Renzo Burchietti, Andrea Mattonelli e Laura Pozzi. Alle 22.30 l’Assemblea ha cessato le operazioni di voto, rimandando al prossimo incontro la votazione delle altre proposizioni (dalla 5 alla 8 dello Strumento di lavoro) e delle altre dieci proposte di modifica.

Ugo Feraci

(Tratto da La Vita-Pistoia Sette, dorso diocesano di Avvenire)