Intrecciare fede e vita alla scuola di don Siro

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A trent’anni dalla morte un profilo di don Butelli nel ricordo del diacono Sauro Gori

Era il 7 giugno del 1994 quando don Siro Butelli veniva a mancare. A trent’anni dalla sua scomparsa vogliamo ricordarlo con le parole di Sauro Gori, diacono della Diocesi di Pistoia, che per molti anni ha avuto la fortuna di camminargli accanto.

Quando ha conosciuto don Siro?

Era il 1961 quando, all’età di nove anni, sono entrato in Seminario, dove a quel tempo don Siro insegnava. Alto e robusto, incuteva timore, ma dietro la sua stazza imponente si nascondeva un animo estremamente buono, sebbene sapesse come farsi rispettare, e non mancava di alzare la voce quando le circostanze lo richiedevano. Ricordo che nel gioco del calcio non si tratteneva nell’incitare con fervore i ragazzi.

E dunque a fianco della vocazione pastorale, ritroviamo nella sua figura un vivo interesse per il calcio.

Per il calcio, ma non solo. Don Siro seppe conciliare la sua attività spirituale anche con la musica e la poesia. Insisteva affinché le materie di studio non rimanessero separate e fini a sé stesse, ma piuttosto ci invitava a stabilire connessioni, legami interdisciplinari. Ricordo che era solito portarci fuori all’aperto per fare poesia, un metodo di insegnamento insolito per l’epoca. Era innovativo, avanti per i suoi tempi. I giovani abitano i piani alti dell’esistenza, mentre crescendo si tende a scendere, a smettere di sognare in grande, a tenere ben saldi i piedi per terra. Quindi riuscire a raggiungere la loro dimensione non è banale. Don Siro ci riusciva, rendendo i giovani protagonisti della straordinaria avventura che è la vita. Trascorse e dedicò gran parte della sua esistenza alla chiesa del Tempio a Pistoia, dove entrò nel 1954. Divenne direttore del Ricreatorio del Tempio, che trasformò in un punto di riferimento per i giovani, soprattutto tramite l’attività sportiva, il calcio.

Oltre alla passione per il calcio – che ha portato alla nascita dell’Unione sportiva Tempio Chiazzano – don Siro era un grande appassionato della montagna.

In effetti si spese moltissimo anche per il Centro Turistico Giovanile (Ctg), per il quale organizzò gite ed escursioni, anche nel periodo invernale, quando accompagnava i ragazzi a sciare, offrendo loro l’opportunità di vivere in comunione, condividendo le cose più semplici nonché più belle. Divenne anche responsabile di Azione Cattolica, e fu sua l’intuizione di dar vita a momenti di condivisione in occasione dei campi estivi che organizzava in montagna. Ricordo di aver partecipato spesso, anche in compagnia della mia famiglia. Una meta ricorrente erano le Alpi.

Il Tempio è però stato anche un punto di riferimento per i più bisognosi oltre che per i giovani.

Soprattutto per i bisognosi. Don Siro era un attento osservatore della realtà circostante, i problemi degli altri erano i suoi e viceversa. Sapeva aiutare e al contempo coinvolgere. Non era certo uno che si tirava indietro. Ha saputo avvicinare e connettere realtà differenti le une dalle altre, cosa tutt’altro che semplice. Negli anni Ottanta, facendosi interprete delle nuove esigenze e problematiche del tempo, decise di attuare un ripensamento del Tempio. Diede vita a un’attività di accoglienza per fornire supporto a quanti vivevano situazioni di disagio (alcolisti, ex detenuti, ex tossicodipendenti, disoccupati, etc) e che trovarono nel Tempio un luogo dove poter consumare pasti caldi e dormire al riparo di un tetto. Lo scopo era quello di fornire un impegno a livello lavorativo nell’ottica di un futuro reinserimento nella società. Mancava però una strutturazione solida, si creavano situazioni a volte difficili da gestire, le persone erano tante e provenivano da realtà complesse e precarie.

Cos’è stato per lei don Siro?

Prima di tutto un padre spirituale. Averlo conosciuto mi ha permesso di ricevere un grande insegnamento: per affrontare le contraddizioni e le difficoltà della vita è necessaria la pazienza e la fiducia, che possono nascere soltanto dalla fede. In ricordo di don Siro.

In ricordo di don Butelli

Domenica 9 giugno alle 16, nella Chiesa della SS. Annunziata è stata celebrata una Messa in suo ricordo presieduta dal Vescovo Tardelli. È seguito un momento di convivialità nel Chiostro del Tempio con i canti del Coro della Genzianella; lettura di poesie e rinfresco.

Mercoledì 12 giugno alle 21 su Tvl saranno trasmessi ricordi e testimonianze su don Siro.

Agnese Maniscalco