«La pace si fa in tre. Manca la comunità internazionale. L’Europa è una cosa straordinaria, ha bisogno di un po’ di manutenzione»

«La pace si fa in due, anzi in tre, ed al momento il soggetto che manca nella costruzione della pace è la comunità internazionale. Direi ragionevolmente che ci dobbiamo preoccupare moltissimo: la guerra è logica, i conflitti sono assolutamente logici, direi geometrici. Se io dico che potrò colpire dovunque, è possibile che effettivamente riuscirà a colpire ovunque. È una sequenza geometrica, quasi chimica. Per interrompere questa sequenza il terzo, la comunità internazionale, deve e dovrà intervenire in modo importante. L’Europa è una cosa straordinaria», «credo che dobbiamo fare un po’ di un po’ di manutenzione».

Con queste parole il Presidente CEI, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, è intervenuto all’interno del convegno “Mediare i conflitti, partecipare alla democrazia” – organizzato dalla Diocesi di Pistoia in collaborazione con UNAM (Associazione Nazionale Avvocati per la Mediazione) ed il sostegno di Coldiretti Campagna Amica Pistoia – che ha visto il saluto del Vicario generale della Diocesi di Pistoia, don Cristiano D’Angelo. Nel confronto con gli esperti del mondo accademico Paola Lucarelli, docente di diritto commerciale dell’Università di Firenze, Chiara Giaccardi, docente di sociologia e antropologia dei media dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Mauro Magatti, docente di sociologia ed economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, moderato dal direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini, è stato affrontato anche il rapporto della mediazione e la sua collocazione naturale all’interno della Costituzione.

«Nella Costituzione – sottolinea il costituzionalista e docente di diritto dell’Università di Firenze, Andrea Simoncini, tra i relatori dell’incontro – i riferimenti alla mediazione ci sono, cioè quelli di una libertà individuale nel contesto comune. Oggi tutto sembra dire che il dialogo tra diversi sia impossibile; ma la nostra Costituzione è la dimostrazione che un dialogo tra realtà profondamente differenti sia avvenuto. La Costituzione nasce dall’incontro tra cattolici, liberali e socialisti che ai tempi mostravano diversità abissali. Questo dialogo a tre, senza esclusione alcuna, si è fondato nell’inclusione e senza percorrere vie, ipoteticamente possibili, di escludere una delle parti. È al punto di incontro di quelle realtà nella Costituzione che dobbiamo lo sviluppo successivo. La Costituzione non basta insegnarla, va nuovamente educata. C’è un dovere di solidarietà insita nella nostra costituzione».

Dario Cafiero