Una serata di riflessione con il vescovo per gli educatori provenienti da tutta la diocesi

di Claudia Marconi

C’era voglia di rivedersi. Anche attraverso le mascherine, i sorrisi si intravedevano. Amici di lunga data o semplici conoscenti, ma essere di nuovo tutti insieme ci ha fatto sentire davvero parte di un’unica comunità che cammina insieme. Tanto che già prima dell’orario convenuto per l’appuntamento della sera del 26 giugno nell’aula liturgica del santuario di Valdibrana, c’erano diversi catechisti. La preghiera di giovedì sera è stata una bella occasione di incontro dopo le difficoltà di questo anno.

Un anno fatto di emozioni ambivalenti, che da una parte ci hanno svuotato, ma dall’altra, in piena emergenza, ci hanno stimolato a cercare nuovi strumenti per annunciare il Vangelo e creare nuove relazioni interpersonali sia con i ragazzi che con le famiglie. «In questo periodo di lockdown abbiamo compreso quale forza possono essere i catechisti per la Chiesa che vive come “ospedale da campo” – ha affermato suor Giovanna Cheli, direttrice dell’ufficio catechistico diocesano – i catechisti possono essere uno dei volti di prossimità della chiesa – Gesù per la gente, le famiglie, i ragazzi e a volte anche per chi li riconosce come punto di riferimento per chiedere notizie della vita della parrocchia». Insomma, la responsabilità è grande ma Suor Giovanna mette anche in guardia: «ricordiamolo – ha spiegato –, il catechista non è il maestro, non sa tutto, non fa lezione e non sta in classe. Sono termini da togliere dal nostro vocabolario. Non siamo a scuola».

«Abbiamo compreso che i catechisti sono un dono prezioso per la Chiesa ed è importante curarne la vita spirituale, la formazione, perché siano sempre pronti ai cambiamenti del nostro tempo sempre più rapidi e complessi – ha spiegato Cheli – e la pandemia ce l’ha ricordato ancora una volta! Dai catechisti passa buona parte dell’annuncio del Vangelo e una parrocchia che ha un buon gruppo di catechisti animatori, appassionati della Parola e generosi nel servizio possiede un tesoro prezioso. Chi ha questa fortuna può, a poco a poco, radicare l’esperienza della vita cristiana in un luogo e creare una tradizione che permette di trasmettere di padre in figlio la fede».

Il tempo della pandemia ha sospeso ogni attività, ma forse ha permesso anche di riconsiderare modalità e presenze sul territorio. Riorganizzando il suo indirizzario l’Ufficio Catechistico ha notato almeno due aspetti rilevanti. Il primo è che alcune zone pastorali non sono presenti o lo sono pochissimo. Il che significa che ci sono parrocchie della nostra diocesi che ancora l’Ufficio non è riuscito a intercettare e coinvolgere.

Il secondo è che i bambini che ricevono i sacramenti hanno età diverse e quindi, anche come preparazione c’è bisogno di uniformare il più possibile i cammini e di iniziare a lavorare insieme, avere itinerari simili. Già in occasione della sua visita pastorale, infatti, il vescovo ha insistito sul fatto che il ciclo della catechesi dovrebbe svolgersi senza interruzioni da una fase iniziale di precatechesi alla cresima post– cresima, accompagnando i ragazzi nel cammino della vita fino alle soglie della preadolescenza. Ancora molto resta da fare in tal senso, ma occorre camminare allo stesso passo. «Lavorare insieme e nello stesso modo infatti, – ha spiegato Cheli – produce molto frutto. Ne sono esempi la giornata dei Cresimandi, i gruppi di ascolto del Vangelo e la giornata dei Cresimati in cui anche i piccoli gruppi parrocchiali si sono sentiti parte della Chiesa. È importante ricordare, infine, che il catechista non va da solo, appartiene ed è supportato da una realtà più grande, la parrocchia».

Il vescovo, nella sua riflessione ha dato ai catechisti cinque spunti di riflessione: 1. «Siamo strumenti nelle mani del Signore (…) siete mezzi di cui il Signore si serve, non mezzi impersonali e astratti. 2. «Siete persone di relazione, con Cristo innanzitutto». Poi la relazione con i ragazzi che vi sono affidati. 3. «Bisogna andare all’essenziale, alla sostanza. Dobbiamo fare ancora molta strada su questo. Per un catechista andare all’essenziale è andare a Gesù Cristo, alla sua storia». 4. «Ricostruire le nostre comunità parrocchiali, che nel tempo si sono appesantite. Ricostruiamo le nostre parrocchie che un po’ di polvere addosso ce l’hanno». 5. «Camminare insieme. Siamo qui da tutte le parti della diocesi e abbiamo fatto un cammino comune: non lo perdiamo, continuiamolo a livello diocesano. Non riprendiamo l’abitudine di fare ognuno come gli pare».

A conclusione dell’incontro, è stato lanciato il prossimo appuntamento con l’ufficio catechistico, che sarà nel mese di settembre. I catechisti che intendessero mettersi in contatto con l’ufficio possono inviare un messaggio al numero 371 4367042.