Grande lavoro per i volontari Tanti i gesti di solidarietà di aziende pistoiesi istituzioni e privati Il prossimo passo è guardare al futuro

DI  MICHAEL CANTARELLA

L’epidemia di Covid–19 ha travolto tutti: ospedali, famiglie, imprese, istituzioni. E improvvisamente ci troviamo nudi di fronte alle illusioni degli ultimi anni. In prima linea c’è la Caritas «che oggi più che – afferma Marcello Suppressa, direttore Caritas Pistoia e della Toscana – ha una rete credibile e relazioni sul territorio e tra le istituzioni, che per ora riescono a contenere il disagio».

Come si sta muovendo la Caritas? Come sta funzionando la rete di solidarietà?

In un momento tanto difficile, si sono moltiplicate le donazioni di generi alimentari (dalla grande distribuzione Coop, Conad, Esselunga, Panorama fino al piccolo negozio di generi alimentari) e le iniziative per sostenere chi è più ai margini. Tanti i contributi in denaro (Mcl, Fondazione Martina Tesi, Volontariato Vincenziano, Azione Cattolica Pistoia, Associazione Asd Baobab, le parrocchie e le singole persone). La rete ha risposto bene, nonostante le difficoltà iniziali per capire come far funzionare i nostri servizi nel rispetto delle norme, siamo riusciti a tenere in piedi i servizi principali e a collaborare con tutti i soggetti del pubblico e del privato, perché nessuno rimanesse indietro. Un altro elemento che Caritas vuole sottolineare è il prezioso contributo che viene dato dai 5 ragazzi del Servizio Civile che abbiamo in servizio presso la mensa e l’emporio della solidarietà.

Dal suo punto di vista, qual è la situazione in diocesi? Quali sono stati i cambiamenti dal contesto da prima dell’epidemia?

Tutto sommato i servizi Caritas hanno retto bene l’impatto con la nuova realtà e le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria. Tutti i centri d’ascolto hanno mantenuto i principali servizi attivi, seppur con organico ridotto (molti volontari, se non tutti hanno un’età avanzata). L’emergenza ci ha obbligato ad effettuare colloqui telefonici al posto degli usuali colloqui di persona e distribuzioni alimentari seguendo le direttive delle autorità sanitarie (distanza di almeno un metro tra le persone, guanti, mascherine, appuntamenti per il ritiro per evitare assembramenti).

Rispetto alla distribuzione alimentare sicuramente le maggiori difficoltà sono state all’emporio della solidarietà visti gli alti numeri raggiunti. In questo mese e mezzo abbiamo conosciuto (seppur solo telefonicamente per adesso) molte persone ferme con il lavoro, soprattutto dipendenti ma anche lavoratori autonomi, inoltre emergono con più facilità situazioni di lavoro nero, anche se non esplicitamente espresse. Per la mensa don Siro invece, i numeri sono diventati subito più alti rispetto al normale funzionamento pre emergenza ( siamo passati dai 100 pasti fra pranzo e cena ai 170 attuali). Abbiamo anche aperto un centro diurno per senza fissa dimora presso i locali del Tempio aperto dalle 9 alle 19. Come detto stiamo reggendo bene l’impatto con la situazione di emergenza al netto della diminuzione dei volontari ed il numero tutto sommato stabile di persone in carico.

Che clima si respira tra la persone? Quali sono le richieste principali?

Regna la paura dell’oggi e del domani. Le persone hanno bisogno di essere sostenute, soprattutto incoraggiate. Questa situazione non deve far aumentare l’isolamento e il senso di solitudine. Le persone chiedono soprattutto aiuto per quelli che sono in servizi essenziali (alimenti, sostegno economico per far fronte alle spese più urgenti…) ma si evince che c’è anche molto altro. I nostri operatori rispondono a decine di telefonate ogni giorno e tutte hanno lo stesso filo rosso che le collega, tutte cercano conferma di non essere stati lasciati soli.

E per il futuro?

La preoccupazione è proprio quella: molte persone non conosciute precedentemente e che verosimilmente non si sarebbero rivolte a Caritas, sono state costrette a farlo a causa della mancanza di lavoro (regolare o meno) dovuta all’epidemia del Covid–19. Il perdurare della loro situazione di disagio potrebbe diventare un peso difficilmente sostenibile non solo per la rete dei servizi Caritas ma proprio per tutti i servizi territoriali, siano essi pubblici o privati, pertanto sarà necessaria come non mai la collaborazione di tutti gli attori in campo sia per l’efficacia della risposta ai bisogni, per una maggiore ottimizzazione di tutte le risorse disponibili.

La carità assumerà di nuovo un ruolo centrale nel nostro vivere quotidiano?

Parafrasando San Paolo «se non avessi la carità, non sarei nulla». La carità non ha mai smesso di avere questo ruolo. In un momento come questo abbiamo avuto la conferma di ciò dalle mille telefonate, dai contatti avuti, dalle mail ricevute. In tutti noi è forte la spinta alla solidarietà e alla ricerca del bene comune. Siamo forse migliori di come a volte pensiamo.